STELLANTIS MELFI SI SALVI CHI PUO’

Dopo aver accettato senza fiatare tutte le decisioni aziendali la linea dei sindacalisti firmatutto è " si salvi chi può" abbandonando gli operai al loro destino.
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Dopo aver accettato senza fiatare tutte le decisioni aziendali la linea dei sindacalisti firmatutto è ” si salvi chi può” abbandonando gli operai al loro destino.

“Si salvi chi può” recitava il titolo di un vecchio libro della Longanesi che parlava dell’affondamento di una corazzata americana. Adesso lo stesso titolo lo stanno usando in maniera non esplicita tutti i sindacati e sindacalisti degli operai metalmeccanici. Solo che qui ad affondare non è solo una corazzata ma tutta la flotta. All’inizio della conversione all’elettrico rassicuravano i lavoratori, poi hanno iniziato a spiegare che per l’elettrico il personale doveva essere ridotto perché per produrre auto elettriche servono meno operai (non c’è più la parte meccanica ecc.). Quindi, accettando la riduzione del personale, sono riusciti ad alzare un po’ la cresta, fingendo di avere ancora una funzione contrattuale perché si sono fatti garanti degli operai per seguirli nel processo di acquisizione dell’incentivo per il licenziamento (si dice che un sindacato piuttosto che un altro sia capace di velocizzare i tempi per prendere quei quattro soldi!). Per tutti questi anni non una parola, nessun sindacato che abbia cercato di rendere uniti e coesi gli operai per una lotta contro questo spadroneggiare del gruppo Stellantis. Si sono fatti solo la concorrenza fra loro, ad es. sulle elezioni delle RSA, sul contratto separato, ecc., ritrovando l’unità solo quando si è trattato di avallare le scelte peggiori di Stellantis, come ad es. lo smantellamento della seconda linea, avvenuto con un accordo sottoscritto dai Firmatutto e dalla Fiom.
Tutto il mercato dell’auto è in crisi, tutti gli stabilimenti del sud Italia sono in cassa integrazione, tutto il mercato europeo è allo sbando, anche il colosso Volkswagen ha annunciato il licenziamento di 30.000 dipendenti. E questi sindacati e sindacalisti che fanno invece di essere uniti e di mettere in atto azioni di lotta? Dopo aver accettato senza fiatare tutte le decisioni aziendali, ora che la nave sta affondando, adottano un concetto puramente individuale che li ha distinti da sempre, il pensare solo alla propria pancia, e quindi al “SI SALVI CHI PUÒ”. Stiamo assistendo in questi mesi ad un licenziamento quasi di “massa” di sindacalisti, a Pomigliano, a Melfi come ad Atessa. Tanti di loro sono corsi e corrono per ottenere l’incentivo aziendale al licenziamento. Sanno qualcosa che noi non sappiamo? Non stanno solo abbandonando la nave, ma tutti i colleghi a cui, a chiacchiere, per anni dicevano di stare al loro fianco. Da questa gente non ci possiamo aspettare niente di buono. È ora di essere veramente uniti noi operai. È ora di cercare di far sentire la voce e la rabbia di noi operai senza bisogno di persone false e vergognose come questi sindacalisti che abbiamo avuto per anni. Non dobbiamo ora pensare che queste persone possano fare ancora qualcosa per noi, siamo noi che dobbiamo unirci, che sia un sindacato o il partito operaio, ma rialziamo la testa! Al primo posto i nostri interessi come operai.
Ciuccolo, operaio Stellantis di Melfi

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