Scoprono l’acqua calda

Volantino del Partito Operaio distribuito il 18/10/24 alla manifestazione a Roma per lo sciopero dei metalmeccanici del settore automobilistico.
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Volantino del Partito Operaio distribuito il 18/10/24 alla manifestazione a Roma per lo sciopero dei metalmeccanici del settore automobilistico.

Da Salvini a Calenda, agli articoli dei giornali: Tavares è diventato il nemico numero uno.
I sindacalisti compromessi partecipano al coro, gli altri chiedono un intervento del governo nelle scelte di Stellantis.

Ma è venuto il momento di fare un po’ di domande.
La prima domanda, dove erano tutti quando si lavorava notte e giorno a ritmi infernali e nessuno si interessava di come gli operai venivano consumati e messi da parte?
La seconda domanda, dove erano tutti quando in fabbrica sindacalisti collaborazionisti facevano da portavoce della direzione spiegandoci che la cassa integrazione era un modo per difenderci dai licenziamenti costringendoci così a tirare ancora di più la cinghia e agli azionisti che si spartivano lauti dividendi non veniva chiesto nessun contributo per integrare la miseria della cassa?
E avanti.
Dove erano tutti quando i soliti sindacalisti firmavano accordi di incentivazione per i licenziamenti mascherati?
Dove erano tutti quando Tavares e i suoi scagnozzi di stabilimento riducevano la prestazione lavorativa a lavoro a chiamata giornaliera tramite messaggino?
Ma bisognava collaborare con l’azienda. Dicevano.
Ora puntano il dito contro Tavares, ma come sempre non dicono una parola sulla condizione reale in cui siamo stati e siamo costretti a lavorare in fabbrica, strangolati sulle linee quando sono attive, o lasciati inattivi a casa appena rallentano.

Lo sciopero contro il padrone è sempre necessario e giusto ma non deve essere una messa in scena per sindacalisti compromessi e politicanti di mestiere.

Tutti chiedono un piano industriale per difendere l’occupazione. Una massa di imbonitori. Fanno finta di non sapere che qualunque piano industriale ha il suo perno nel dividendo degli azionisti da aumentare. E se questo obiettivo richiede nuovi licenziamenti non si tireranno indietro.
Una questione va sciolta una volta per tutte: chiedere un piano industriale è chiedere fumo, vane promesse, oggi giurano di costruire una nuova fabbrica, domani “non ci sono le condizioni”. E chi potrà imporre il rispetto dell’impegno assunto? Nessuno, o forse gli operai con un bastone in mano.

Le scelte industriali di Stellantis si misurano nelle fabbriche, giorno per giorno ed è a questo livello che vanno affrontate, colpo su colpo.
Che senso ha fare la voce grossa con Tavares sulle prospettive future, mentre il primo dirigente sindacale sottoscrive in ogni fabbrica qualunque scelta su cassa, turni, lascia correre sulle pessime condizioni di lavoro? Sostenere ai tavoli romani che lo Stato non darà più un euro se non ci sono garanzie, e poi i sindacalisti firmatutto, con un accordo, domandano all’INPS di finanziare un esercito operaio di riserva che il padrone può utilizzare in ogni momento?
Che senso ha? Se non quello di una messa in scena per interessi politico-sindacali.

Che questo sciopero non sia la solita sceneggiata inutile lo misureremo domani in fabbrica. Se agli uomini di Tavares sarà data ancora la possibilità di trattarci come suoi schiavi, e nessuno reagirà, abbiamo fatto solo una passeggiata.

PARTITO OPERAIO

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Volantino in formato pdf

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