L’ASSALTO AL PRESIDIO OPERAIO DI SEANO È GIÀ PASSATO IN CAVALLERIA

Un fatto gravissimo nei rapporti fra operai e padroni è stato ridotto a fatto locale, da dimenticare. Una squadra di picchiatori al soldo del padrone ha attaccato di notte il presidio nel tentativo di spezzare la lotta. E andata male, la lotta si è generalizzata, e ha lasciato un segno. Con i tempi che corrono l’autodifesa si rende necessaria.
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Un fatto gravissimo nei rapporti fra operai e padroni è stato ridotto a fatto locale, da dimenticare. Una squadra di picchiatori al soldo del padrone ha attaccato di notte il presidio nel tentativo di spezzare la lotta. E andata male, la lotta si è generalizzata, e ha lasciato un segno. Con i tempi che corrono l’autodifesa si rende necessaria.

Caro Operai Contro, almeno sei persone incappucciate sono sbucate dal buio, aggredendo con spranghe di ferro gli operai accampati sul picchetto notturno della pelletteria Confezione Lin Weidong. “La prossima volta vi spariamo”, hanno esclamato gli squadristi mentre si ritiravano. 4 operai sono finiti al Pronto Soccorso. L. Toscano sindacalista anch’esso ferito, ha dichiarato: “A compiere l’attacco squadrista al picchetto sono stati degli italiani”. Le aziende vicine sono subito entrate in sciopero per tutto il turno di notte.
E’ successo altre volte in questo distretto, cresciuto con mezzi e metodi “tollerati” se non agevolati da tutti i governi. Uno sregolato sfruttamento operaio, insieme a – dice chi ha tenuto il conto – 28 teste spaccate negli ultimi anni: 2 alla DS, 8 alla Gruccia Creation, 3 alla Texprint, 5 alla Dreamland, 6 alla ACCA, gli ultimi 4 alla Confezione Lin Weidong.
La domenica seguente oltre un migliaio di operai, hanno sfilato per le vie di Seano dietro la striscione: “Giù le mani da chi sciopera”. Una manifestazione indetta con una giornata di sciopero, perché la domenica è considerato giorno lavorativo.
E’ passata una settimana dall’aggressione squadrista al presidio operaio di Seano, dal governo nessun cenno nessuna reazione.
Calderone, al ministero del Lavoro e la stessa Meloni devono essersi girate dall’altra parte, per non vedere, e tappate le orecchie per non sentire.
Il distretto della moda di Prato insieme a quello di Firenze, a stragrande maggioranza forza lavoro immigrata, registrano 2 miliardi e 800 milioni di import, 11 miliardi e 500 milioni di export l’anno, con tutto lo sfruttamento operaio e il profitto che ci passa in mezzo. Solo a Prato operano 4.878 microimprese di confezioni quasi tutte a gestione cinese, fornitrici di grandi marchi italiani e internazionali.
Gli operai pakistani in presidio ai cancelli della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano, sono in lotta con il loro sindacato Sudd Cobas, come altre piccole aziende tessili del distretto cinese di Prato. Rivendicano la giornata lavorativa di 8 ore per 5 giorni la settimana, per farla finita con le attuali 12 ore al giorno per 7 giorni la settimana.
Questo obbiettivo comune, per gli operai nelle aziende del distretto, è già stato raggiunto con la firma degli accordi alla Zipper di Seano, alla tessiture Sofia di Montemurlo e alla stireria Tang di Prato.
Accordi che costituiscono un pericoloso precedente per i padroni di questo distretto, abituati ad arricchirsi su uno sfruttamento operaio fuori da ogni regola, con la evidente copertura di tutta la catena politica e/o mafiosa, che va da ogni singola azienda del distretto e arriva in alto chissà dove.
Il ricorso ai picchiatori squadristi cerca di impedire che il nuovo orario di lavoro, già ottenuto con la lotta operaia in 3 aziende, costringa i padroni delle altre aziende del distretto, sotto la pressione di scioperi e presidi, ad applicare il nuovo orario di lavoro.
L’altra settimana quando l’intero servizio ferroviario si bloccò, Salvini dichiarò: “Ho chiesto nome, cognome, indirizzo e codice fiscale dei responsabili”. Stavolta non lo si è visto in televisione, a chiedere le stesse cose per responsabili e mandanti del pestaggio squadrista agli operai. Come mai?
Il ministro dell’interno Piantedosi troppo impegnato a fermare nei porti, navi Ong che soccorrono migranti in mare, nonchè firmatario insieme ai ministri Crosetto e Nordio, del nuovo decreto sicurezza (approvato alla Camera, in discussione al Senato) più Salvini già firmatario di altri decreti sicurezza, hanno fatto scena muta sull’aggressione squadristica. Come mai?
Saluti Oxervator.

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