“FUN-ZIO-NE-RAN-NO”

Meloni ad Atreju, le manca solo il roteare degli occhi del suo antenato da Palazzo Venezia e la recita è completa.
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Meloni ad Atreju, le manca solo il roteare degli occhi del suo antenato da Palazzo Venezia e la recita è completa.

Caro Operai Contro, “Fun-zio-ne-ran-no”. La Meloni lo ha scandito urlandolo per 3 volte a squarciagola, al raduno di Atreju, festa del suo partito, FDI, riferendosi ai centri per migranti in Albania.
Solo pochi giorni dopo, sui denti del “Fun-zio-ne-ran-no”, è arrivata la sentenza della Cassazione che platealmente, smentisce la Meloni e sembrerebbe, per ora, mettere un freno alla dissennata politica contro i migranti.
Se in tal senso sarà anche la decisione della Corte di giustizia europea, sarebbe una pietra tombale sul “modello Albania” per i migranti. Per questo motivo la Meloni in via preventiva, ha subito chiesto a Ursula von der Leyen, un’accelerazione della ventilata riunione, sperando di rimestare le regole sulle modalità di gestione e dei rimpatri.
Nel comizio conclusivo di Atreju, fra le altre cose, l’attacco allo sciopero generale e al sindacato, sparato a pieni decibel dalla Meloni, basta da solo a certificare un governo prono alle esigenze dell’attuale fase dell’economia capitalistica, alla quale è asservito. Una politica che allarga le forbici delle disuguaglianze sociali, un salto peggiorativo rispetto ai precedenti governi.
La Meloni tenta di giustificare la politica del suo governo, scaricandone le responsabilità sulla politica di quando al governo c’era la “sinistra”, e attacca lo sciopero perché sarebbe funzionale alla “sinistra”, oggi all’opposizione. Un attacco quindi, che suona come una minaccia agli scioperanti i quali – secondo Meloni – farebbero il gioco dei suoi avversari politici. Anche gli operai che presidiano i cancelli per opporsi ai licenziamenti, sono avvisati.
Per gli operai e gli strati sociali bassi, sono tutte chiacchiere da ballatoio. Questi strati misurano sulla propria pelle che nell’allargamento delle forbici sociali, al polo opposto al loro, c’è una crescente e spudorata ricchezza in poche mani.
Un sistema e una ricchezza che costituiscono un generale impedimento ad un utilizzo sociale delle forze produttive. Un loro utilizzo sociale senza sfruttamento operaio e per la fine delle disuguaglianze, obiettivi possibili con la rimozione dell’attuale sistema.
Mentre profitti e dividendi sono aumentati e in molti casi impennati, la Meloni dal palco di Atreju ne dà la sua versione: “le nostre imprese si sono rimesse a correre e a stupire”. Una propaganda che dietro i buoni affari di padroni e banchieri, nasconde più sfruttamento operaio, licenziamenti, cassa integrazione, povertà in crescita.
Altra propaganda fasulla della Meloni, esibita anche ad Atreju, sta nello spacciare l’aumento degli occupati, senza metterlo in relazione al calo delle ore lavorate, che significa calo generalizzato per tutti dei già bassi salari: occupati vecchi e nuovi. Come dice l’Istat ma la Meloni tace per non guastare la sua recita, le ore lavorate per dipendente sono diminuite sia in termini congiunturali (meno 0,9%) sia in termini tendenziali (meno1,0%).
Nei primi 9 mesi di quest’anno la Cig è aumentata del 23% rispetto lo stesso periodo del 2023. (Del 30% solo quella ordinaria).
Ad un certo punto la Meloni parla di “sicurezza”. Sarebbe ora vien da dire, con un 2023 che ha visto1.483 morti sul lavoro (con l’itinere) e tra pochi giorni si sapranno i dati della carneficina operaia dell’intero 2024. Ma non è di questa sicurezza che parlava, bensì quella che promette di garantire il Giubileo del 2025 che si terrà a Roma. Della sicurezza sul lavoro in 65 minuti di comizio, non ha fatto cenno. Chissà se si è dimenticata, o ritiene “fisiologico” che un crescente numero di operai, finiscano nel tritacarne del profitto.
Fra i diversi punti che ha toccato nel comizio, tra inesattezze, amenità e dati falsi, ha negato i tagli alla Sanità, gli stanziamenti scenderanno sotto il 6% del Pil entro 3 anni. Lei sostiene di aver invece aumentati gli stanziamenti, perché – dice – il Pil non centra niente con la Sanità. Un altro taglio alla Sanità di 1,2 miliardi di euro, è arrivato con la revisione del Pnrr, soldi che erano destinati alla messa in sicurezza degli ospedali.
Meloni è scesa dal palco soddisfatta, per aver “spiegato” ai suoi sostenitori in sala, che lo sciopero e quindi gli scioperanti sono avversari politici; e tutto ciò che non va bene è per colpa di quelli che c’erano prima; lei ha fatto tutto giusto e bene.
Saluti Oxervator.

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