Il 18 Marzo 1871 gli operai parigini proclamarono il loro governo e combatterono per più di un mese per difenderlo dalle truppe dei padroni, che alla fine riuscirono a schiacciarlo. Migliaia di rivoltosi vennero fucilati, altri morirono in galera. Il nemico giurato del capitale era comparso potente ed aveva dimostrato che poteva gestire una società senza sfruttamento. Un pericolo per i padroni che andava spezzato, cancellato dalla memoria.
Noi oggi non commemoriamo la comune di Parigi, le commemorazioni si fanno per le cose morte. Noi oggi non la commemoriamo ingabbiandola in riletture storiche, non abbiamo interesse ad imbalsamarla nella Francia del 1871: la Comune di Parigi è prospettiva reale, necessaria per il prossimo futuro, le classi superiori capitaliste hanno portato il mondo alla rovina, gli operai e i popoli oppressi del mondo sono rovinati dalla corsa al profitto ed, allora, un governo degli operai è l’unica soluzione credibile.
Non un governo di borghesi, né democratici né autocratici, non un governo di tecnocrati ed impiegati al loro servizio, ma semplicemente un governo degli operai come fu la Comune di Parigi. Quanti che si definiscono marxisti sono pronti a riconoscere al tentativo dei comunardi questo contenuto e sostenere questo programma oggi? Ben pochi, anche se sono numerosi eminenti professori universitari che si definiscono seguaci di Marx.
La conclusione che scrive Marx al documento sulla guerra civile in Francia, dove si pronuncia sul contenuto di classe della Comune è una dichiarazione di guerra ai borghesi, ai ricchi, guerra a volte sotterranea a volta palese ma mai venuta meno. E’ in atto ancora oggi, ineliminabile finché ci saranno operai e padroni, gli stessi che si scontrarono nelle strade di Parigi del marzo 1871.
Da “La guerra civile in Francia, Indirizzo del Consiglio Generale dell’Associazione Internazionale degli Operai, 30 maggio 1871”:
«… Parigi operaia, con la sua Comune, sarà celebrata in eterno, come l’araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. I suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti»
18 MARZO 1871, IL PRIMO GOVERNO OPERAIO DELLA STORIA
